Spesso si dice che l’energia green, per quanto sostenibile, sia al contrario molto, molto costosa. Era verissimo nel 2009: all’epoca, la tariffa della solar energy ammontava in media a 359$ per megawatt/ora, mentre quella del carbone era di sicuro più conveniente, a 111$.
Ecco, oggi è praticamente il contrario: il solare è sceso a 60$, mentre il carbone è rimasto pressoché invariato (117$).
Perché è successo? Certo, ci sono innumerevoli fattori, ma è chiaro che l’enorme diffusione dell’energia green ne ha ridotto notevolmente il costo.
Infatti, se in vent’anni il prezzo dell’energia fotovoltaica è diminuito di 300 dollari, dal 2010 al 2019 la capacità fotovoltaica globale è aumentata da 450 a 580 gigawatt – considerando che una centrale elettrica produce in media 1 GW di energia, è come se oggi in tutto il mondo ci fossero 130 centrali in meno.
Alla radice di questo fenomeno, c’è soprattutto l’Unione Europea. Obiettivi e strategie a lungo termine come il Green Deal hanno settato un piano preciso per la transizione energetica. Strategie che, nell’ultimo decennio, hanno portato a una crescita molto sostenuta delle fonti rinnovabili, anche se il picco è stato raggiunto soprattutto negli ultimi anni. Nel 2022 le installazioni fotovoltaiche in Europa sono aumentate del 50% rispetto all’anno precedente, passando da 28 a 41 GW di potenza installata – abbastanza per coprire il fabbisogno energetico di 12,4 milioni di abitazioni.
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Un aumento che vediamo bene anche in Italia: al 2023, le fonti rinnovabili costituiscono mediamente il 40% del nostro mix energetico nazionale. È una percentuale in crescita costante da anni, al netto di alcune oscillazioni periodiche, stimolata soprattutto dagli investimenti pubblici. Basta pensare che, nel 2010, tutti gli impianti fotovoltaici installati sulla penisola producevano meno di 2 gigawatt all’ora di energia; a fine 2022, abbiamo raggiunto quota 28 GWh.
L’Europa è sicuramente un caso virtuoso, ma quella della green energy non è certo una storia recente. Già nel 2008, il mercato europeo era il più grande al mondo in termini di energia fotovoltaica e rappresentava il 70% della produzione globale di solar energy. Una leadership che l’UE conserva ancora oggi, anche con picchi notevoli in alcuni Stati: la Norvegia, ad esempio, copre il 98% del suo fabbisogno energetico grazie a fonti energetiche sostenibili.
Anche nel futuro prossimo, l’enorme diffusione del fotovoltaico lascia intendere che i prezzi diminuiranno ulteriormente. Questo grazie soprattutto agli incentivi pubblici, in aumento costante e sempre più accessibili.
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